La decisione del consiglio di stato: niente titoli accademici ex novo ne tirocinio obbligatorio per tutti gli ordini
Bocciata dal
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Consiglio di Stato la laurea obbligatoria come unico requisito necessario per diventare giornalisti, geometri, periti industriali, periti agrari, agrotecnici e consulenti del lavoro. Oltre che in tema di lauree non previste dalla legge, il Consiglio di Stato critica, e in modo chiaro, le misure “”ingiustificatamente restrittive”” in tema tirocini, in linea con la posizione già espressa dall’Antitrust.
Contrariamente al punto di vista dell’Istruzione, il Consiglio di Stato afferma che i titoli di studio per l’accesso agli Albi non rientrano nell’ambito dell’esame di Stato regolato dall’art 33 della Costituzione. Secondo il CdS, gli interventi di riforma del Dpr 328/01 sono giustificati solo verso le professioni per cui la laurea è già prevista dalla legge e non per introdurla ex novo dove non c’è mai stata o addirittura imporla come requisito imprescindibile.
Il CdS si pronuncia anche sulle regole del tirocinio, che deve essere “”proporzionato alle esigenze delle attività professionali che esso abilita a esercitare”” e che “”non deve essere ingiustificatamente restrittivo””. Dubbi dunque sull’introduzione di praticantati obbligatori per quelle professioni che fino ad oggi non ne hanno mai previsti. Per esempio è da ritenersi “”ingiustificato”” un tirocinio annuale per gli ingegneri rispetto ai sei mesi previsti per gli architetti. Infine il CdS è in linea con l’Antitrust quando manifesta i propri dubbi sull’esclusione dei laureati in informatica e in scienza dell’informazione all’Albo degli ingegneri.
‘Il Ministero’, ha detto Maria Grazia Siquilini, sottosegretario al Miur, ‘predisporrà una nuova versione del regolamento, attenendosi alle indicazioni del Consiglio di Stato, mentre è ancora allo studio il capitolo tirocini. in ogni caso penso che il provvedimento sarà in Consiglio dei Ministri già dal prossimo 24 marzo.’ Sembra quindi che il Ministero voglia mantenere il doppio binario di accesso per quelle sei professioni: il percorso attuale senza laurea e il percorso accademico. Anche se forse, quello che servirebbe davvero sarebbe una soluzione chiara e inequivocabile della faccenda.
Tratto da Unimagazine
a firma di Gaia Cerutti
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